Il Consiglio dei ministri ha approvato lo schema di Decreto legislativo di recepimento della direttiva europea 2019/1158 relativa all’equilibrio tra attività professionale e vita familiare per i genitori e i prestatori di assistenza. Gli interventi riguardano più aspetti della vita lavorativa e familiare: permessi, congedi, maternità e lavoro agile.
Nei prossimi mesi sono attesi i provvedimenti attuativi per realizzare questa fondamentale riforma.
Tradotto «bilanciamento vita/lavoro», il cosiddetto work life balance significa garantire la conciliazione tra vita lavorativa e vita personale, tra la dimensione professionale e quella familiare. È oggi una delle sfide più importanti del mondo del lavoro.
Molte aziende hanno studiato orari flessibili, modalità di lavoro agile, permessi e congedi straordinari per permettere ai propri lavoratori un miglior bilanciamento dei propri impegni e interessi.
Il 31 marzo 2022 il Governo ha approvato il disegno di legge, pubblicato in gazzetta il 27 aprile, riguardante i principali interventi normativi per poter regolare questo aspetto. Seguiranno poi puntuali provvedimenti legislativi per rendere le previsioni effettive e applicabili.
L’obiettivo dichiarato è quello di promuovere il miglioramento della conciliazione tra i tempi della vita lavorativa e quelli dedicati alla vita familiare per tutti i lavoratori che abbiano compiti di cura in qualità di genitori e/o prestatori di assistenza, al fine di conseguire una più equa condivisione delle responsabilità tra uomini e donne e di promuovere un’effettiva parità di genere, sia in ambito lavorativo sia familiare.
L’intervento governativo si realizza su più direttrici. In primo luogo, introduce delle misure di sostegno per i genitori/lavoratori.
Ad esempio, viene istituita una nuova tipologia di congedo di paternità, in aggiunta al congedo alternativo, di 10 giorni lavorativi fruibile dal padre lavoratore nell’arco temporale che va dai 2 mesi precedenti ai 5 successivi al parto.
In tema di congedo parentale aumenta a 12 anni l’età del bambino entro cui i genitori possono usufruire del congedo. In più, al periodo di 6 mesi è aggiunto un ulteriore periodo di 3 mesi, trasferibile tra i genitori e fruibile in alternativa tra loro, sempre con il riconoscimento di un’indennità pari al 30% della retribuzione.
La gravidanza e l’accudimento del figlio sono alcuni dei periodi in cui è più difficile bilanciare l’impegno familiare con quello lavorativo. La sola normativa generale non è idonea ad aiutare le neomamme.
Con lo schema di legge, il Governo estende l’indennità di maternità anche a favore delle lavoratrici autonome e delle libere professioniste, compresi eventuali periodi di astensione anticipati per gravidanza a rischio.
Infine, viene indicata una classifica di priorità per i lavoratori e le lavoratrici in smart working: priorità alle richieste formulate dalle lavoratrici e dai lavoratori con figli fino a 12 anni di età o senza alcun limite di età nel caso di figli in condizioni di disabilità e ai lavoratori che siano caregivers.
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