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23-03-2022/19:04:00 Visitato: 478
Opzione donna: che cos'è e come si accede

L'opzione donna, o più correttamente "regime sperimentale donna", è un regime in forza del quale le lavoratrici di sesso femminile possono acquistare il diritto alla pensione di anzianità in presenza di requisiti anagrafici che sono più favorevoli rispetto a quelli che sono entrati in vigore dal 1° gennaio 2008 in poi.

Introdotta dalla legge Maroni del 2004, l'opzione donna è stata inserita nella legge Fornero e prorogata nella manovra del 2017 e, successivamente, anche con le successive leggi di bilancio, da ultimo quella 2022.

Nel dettaglio, possono accedere all'opzione donna le lavoratrici iscritte all'assicurazione generale obbligatoria o a fondi esclusivi o sostitutivi che vantino contributi alla data del 31 dicembre 1995.

Non è invece possibile accedere all'opzione donna per le lavoratrici che sono iscritte alla gestione separata Inps o che vogliono utilizzare i contributi che hanno maturato in tale gestione per raggiungere il requisito contributivo.

Posti questi presupposti, il diritto ad accedere alla pensione di anzianità   ricorrendo all'opzione donna è subordinato al possesso di determinati requisiti.

In particolare possono beneficiare del regime le lavoratrici che al 31 dicembre 2021:

- abbiano maturato almeno 35 anni di anzianità assicurativa e contributiva, al netto dei periodi di malattia, disoccupazione o prestazioni equivalenti

- abbiano almeno 58 anni di età se si tratta di lavoratrici dipendenti o 59 anni di età se si tratta di lavoratrici autonome.

Le lavoratrici che hanno i requisiti per poter accedere all'opzione donna ricevono la pensione di anzianità a partire dai 12 o dai 18 mesi successivi alla data di maturazione degli stessi, a seconda che si tratti di dipendenti o di autonome.

Le lavoratrici del comparto scuola possono conseguire il trattamento pensionistico dal 1° settembre, mentre quelle dell'Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica dal 1° novembre.

La domanda per accedere alla pensione mediante l'opzione donna va rivolta all'Inps.

Essa può essere presentata o attraverso i servizi online dell'Istituto dedicati ai cittadini o avvalendosi degli altri canali canali classici per presentare le istanze all'Inps, vale a dire:

- il Contact Center raggiungibile al numero 803164 gratuitamente da rete fissa o al numero 06164164 da rete mobile;

- i servizi telematici messi a disposizione dagli enti di patronato e dagli intermediari dell'Inps.

Resta da dire che le lavoratrici che ottengono il diritto ad andare in pensione con l'opzione donna devono, innanzitutto, cessare ogni attività di lavoro dipendente dal momento in cui il trattamento inizia a decorrere.

Inoltre, devono accettare la liquidazione integrale della pensione mediante il calcolo contributivo.

In definitiva, quindi, l'opzione donna è un meccanismo che consente alle lavoratrici di sesso femminile di anticipare la propria uscita dal lavoro, andando in pensione già  al compimento di 58 o 59 anni di età, a seconda che si tratti di subordinate o autonome.

Il peso da pagare è il calcolo interamente contributivo del trattamento pensionistico e l'impossibilità di svolgere altre attività lavorative.

Come accennato, la legge di bilancio 2022 ha previsto una nuova proroga per l'opzione donna, estendendo la possibilità di pensione anticipata alle lavoratrici che, al 31 dicembre 2021, abbiano compiuto 58 anni di età, se dipendenti, 59 anni di età, se autonome, e che abbiano maturato almeno 35 anni di contributi, a condizione che optino per la liquidazione della pensione con le regole di calcolo del sistema contributivo.

All'orizzonte si profila, inoltre, la possibilità di rendere opzione donna strutturale, utilizzando il ricalcolo contributivo quale denominatore comune delle pensioni anticipate per tutti a partire dai 63 o 64 anni d'età. La proposta è stata portata sul tavolo delle trattative tra governo e sindacati sulla riforma delle pensioni direttamente dal ministro del lavoro Andrea Orlando, che ha parlato della possibilità di rendere l'opzione donna strutturale o quantomeno pluriennale, tenendo conto del fatto "che il lavoro per la donna è sempre doppio ed il riconoscimento dei percorsi che portano alla pensione dovranno includere proprio questo dato".

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