“Puntare alla tutela e allo sviluppo della cultura, così come al rilancio del mondo dello spettacolo e del turismo è essenziale per un Paese come l’Italia che vanta un patrimonio artistico di eccellenza e che rappresenterebbe, se valorizzato in maniera opportuna, una grande opportunità anche per lo sviluppo dell’occupazione”. E’ quanto ha oggi sostenuto il segretario confederale dell’Ugl, Loretta Civili, nel corso dell’audizione presso le Commissioni riunite Cultura e Attività produttive della Camera sul DL 83/2014. “Le misure previste nel decreto – ha aggiunto – rischiano di non essere sufficienti, per questo riteniamo necessaria una strategia d’insieme che sia in grado di rafforzare la capacità ricettiva e, più in generale, l’offerta turistica e culturale nel nostro Paese. Per fare questo servono risorse adeguate: con una copertura finanziaria prevista fino al 2020 di appena 383,8 milioni di euro, infatti, difficilmente si potrà puntare ad un vero rilancio del patrimonio culturale”. “Entrando più nello specifico – ha aggiunto -, nel decreto è previsto che il rilancio della cultura in Italia sia affidato al credito di imposta, il cosiddetto \\"tax credit\\", strumento che presuppone un investimento iniziale da parte di un soggetto privato che soltanto in seguito rientra parzialmente delle spese. Seppur condivisibile l’intento, si tratta di una misura ‘al buio’: non abbiamo infatti certezze su quale sarà la risposta effettiva. In particolare, quando si parla di razionalizzazione e semplificazione della disciplina sulle erogazioni liberali da parte di cittadini ed imprese a sostegno della cultura, sarebbe opportuno inserire una clausola che renda questo provvedimento strutturale dopo il 2016. Inoltre, in merito all’articolo riguardante disposizioni urgenti per attrarre investimenti esteri in Italia nel settore della produzione cinematografica ed audiovisiva, è necessario rafforzare la dotazione finanziaria e specificare che il credito di imposta spetta laddove si realizzino nel nostro Paese tutte le diverse fasi di lavorazione, compresa la post produzione, per tutelare in questo modo l’occupazione”. |