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07-04-2017/10:51:00 Visitato: 838
Progetto inesitate: l'unilaterale decisione dell'azienda che comporterà danni per tutti

PROGETTO INESITATE

 

Nel corso della riunione convocata dall’azienda hai sensi dell’art 2 lett A) non ci sono state forniti i dati richiesti in occasione dell’informativa che si è tenuta il 30 marzo 2017, indispensabili per consentire l’avvio della contrattazione in merito alle ricadute occupazionali e sulle modifiche dell’organizzazione del lavoro previste dal progetto.

Oltretutto le esigue informazioni in nostro possesso relative al personale coinvolto dal progetto nell’ambito PCL risultano non rispondenti alla realtà.

Nel merito avevamo richiesto -

I dati reali delle unità applicate al servizio inesitate PCL – l’elenco degli UP in ambito MP a cui verranno trasferite le inesitate e a chi verrà affidata l’alimentazione degli stessi -  Il numero delle sportellizzazioni destinate agli applicati in PCL Inesitate – il numero degli lavoratori che manterranno l’attuale mansione in PCL – le disponibilità di ricollocazione nell’ambito delle lavorazioni interne presso gli attuali Centri o Centri diversi -  la nuova organizzazione dei mod 26.

Nonostante la procedura prevista dall’art 2 del CCNL fissa in 12 giorni, a partire dalla prima convocazione (6 aprile ’17), i tempi previsti per il negoziato, l’azienda ha confermato l’intenzione di avviare l’implementazione del progetto a partire dal giorno 10 pv.

L’atteggiamento aziendale si è rilevato ancora una volta pretestuoso e irresponsabile, finalizzato a perseguire una politica relazionale orientata a favorire ed incentivare la conflittualità tra le parti, a danno del servizio, dei clienti e dei lavoratori.

Il progetto, rispetto all’attuale organizzazione, peggiora la qualità del servizio in quanto comporta un ritardo di 48 ore nella consegna delle inesitate ai clienti nelle province dove sono operanti le zone a giorni alterni e di 24 ore nelle restanti.

L’avvio unilaterale del progetto, in assenza della condivisione sulla sua reale efficienza, sulle fattibilità delle modifiche organizzative e sui criteri da stabilire per la ricollocazione del personale, comporterà inevitabili disservizi, di cui ancora una volta si renderà responsabile la dirigenza aziendale.

Qualora l’azienda non riveda la sua posizione non parteciperemo alla convocazione prevista per il giorno 11 aprile e avvieremo tutte le iniziate necessarie, a livello territoriale e nazionale, compreso il ricorso agli organismi esterni e istituzionali.

 

ROMA 7 APRILE 2017

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