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06-09-2017/14:29:00 Visitato: 875
Email dei dipendenti, per la Corte di Strasburgo il controllo dell'azienda viola i diritti del lavoratore

La Corte europea dei diritti umani ha stabilito che monitorare le email e le altre comunicazioni elettroniche di un impiegato sul posto di lavoro equivale a una violazione del diritto ad avere una vita privata e una propria corrispondenza. Nella sentenza di oggi su un ricorso presentato da un cittadino rumeno, licenziato dopo che il suo datore di lavoro aveva controllato le sue email e il suo contenuto, la Grande Camera della Corte di Strasburgo - che è affiliata al Consiglio d'Europa - ha condannato la Romania per violazione dell'articolo 8 sul diritto al rispetto della propria vita privata e familiare, del proprio domicilio e della propria corrispondenza. Secondo la Corte di Strasburgo, le autorità nazionali rumene non hanno protetto in modo adeguato il diritto al rispetto per la vita privata e la corrispondenza del lavoratore licenziato. Il ricorrente era stato impiegato in un'impresa privata come ingegnere incaricato delle vendite e, su richiesta del datore di lavoro, aveva creato un account Yahoo Messenger per rispondere alle richieste dei clienti. Il 3 luglio del 2007, l'impresa aveva fatto circolare un avviso tra gli impiegati comunicando che l'uso di internet, telefono e fotocopiatrice per ragioni private poteva costituire una causa di licenziamento per ragioni disciplinari.

Dieci giorni dopo il lavoratore è stato convocato dal suo datore di lavoro, che lo ha accusato di aver usato Yahoo Messenger per ragioni personali - comunicazioni con il fratello e la fidanzata - cosa che ha portato al suo licenziamento il 1 agosto successivo. Secondo la Corte di Strasburgo, le comunicazioni sul posto di lavoro rientrano nel concetto di "vita privata" e "corrispondenza" tutelati dall'articolo 8 della Convenzione europea dei diritti umani. I giudici hanno quindi stabilito che "un datore di lavoro non possa ridurre a zero la vita sociale privata di un impiegato", secondo la nota della Corte . "Il diritto al rispetto per la vita privata e la privacy della corrispondenza continua a esistere, anche se sono previste delle restrizioni sul posto di lavoro"

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