Il piano presentato punta su tre aree principali: Logistica e Servizi Postali / Pagamenti e Transazioni / Risparmio e Assicurazioni, con una previsione di investimenti per circa 3 miliardi in 5 anni da dedicare ad infrastrutture e piattaforme digitali per l'innovazione dell'offerta, dei quali 500 milioni destinati alla riqualificazione e la sicurezza degli uffici postali. Il progetto dovrebbe prevedere, tra l'altro, una forte crescita nella logistica pacchi, con l'obiettivo di una quota di mercato superiore al 30% nel segmento “business to consumer”. Il Servizio Universale, secondo le intenzioni presentate dall’azienda, dovrebbe subire una riorganizzazione, in quanto ritenuto non più sostenibile per come ad oggi strutturato, nonchè disallineato rispetto ai reali bisogni dei territori. Infine, l’azienda ha presentato l’intenzione di portare lo sviluppo della piattaforma dei pagamenti digitali da 20 a 30 milioni di carte di pagamento, mentre si vorrebbe realizzare, con riferimento al risparmio, una raccolta in crescita da circa 500 miliardi di euro. Con riferimento all’argomento di maggiore interesse, per come già anticipato nell’incontro di luglio, Poste Italiane ha dichiarato di avere come centro del suo progetto industriale la valorizzazione delle risorse umane, così dichiarando “nessun sostanziale esubero di personale”, se non “una continuità con il processo di uscite agevolate iniziato nel 2010”. Nella stessa logica, si vorrebbe arrivare a 8mila nuove assunzioni nel quinquennio, di cui il 50% tra giovani laureati e nuove professionalità e a riqualificare e ricollocare 7mila persone, di provenienza Servizi Postali, a seguito del presunto calo del 36% della corrispondenza nell’arco di 10 anni e dell’indicazione contenuta nella Legge di Stabilità in merito alla consegna della corrispondenza a giorni alterni. ALLA LUCE DELLA PRESENTAZIONE DESCRITTA, IL NOSTRO SINDACATO ESPRIME PERPLESSITÀ IN ATTESA DI SUCCESSIVI TAVOLI DI CONFRONTO, IN MANCANZA DEI CHIARIMENTI PIÙ VOLTE CHIESTI E RIMASTI SENZA RISPOSTA. TALE NOSTRA PERPLESSITÀ È ANCOR PIÙ RAFFORZATA DALLA COMUNICAZIONE UFFICIALE PERVENUTA POCO FA DALL’AZIENDA, CHE DICHIARA DI VOLER PROCEDERE CON UN PIANO DI ESODI VOLONTARI DI 2700 PERSONE, CHE DOVRA’ ESSERE PERFEZIONATO ENTRO IL 2016. Tra le domanda alle quali crediamo sia indispensabile avere delle risposte certe, e che abbiamo presentato al tavolo con maggior forza, queste le principali: 1 – Quale sarà la futura connotazione societaria del Gruppo, con riferimento specifico ai ventilati accorpamenti societari delle controllate; 2 - L’importanza di una formazione mirata e coerente con gli obiettivi da raggiungere, contrariamente a quanto fino ad adesso accaduto. 3 - La valorizzazione delle risorse interne come assets strategico e del riconoscimento del merito, ribadendo che le condizioni attuali e pregresse, hanno raramente rispettato i presupposti di trasparenza, correttezza e imparzialità così come stabilisce il Protocollo sulla Responsabilità Sociale sottoscritto il 31 luglio 207 e il Ccnl al Capitolo IV° “Politiche Sociali, Formazione, Valorizzazione e Sviluppo dei Lavoratori”. |